Stupidario della crisi economica

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Davide Burchiellaro per Marie Claire (1/2008)  ©Hearst Marie Claire Italia 2008

STUPIDARIO DELLA CRISI ECONOMICA

Mentre la tua banca soccombe sotto una gragnola di legnate in Piazza Affari , la suadente vocina registrata del “servizio mutui” ti mette in attesa per quattordici minuti. La cornetta gracchia e parte il firulì-firulà di Bobby McFerrin con la canzone Don’t Worry, Be Happy. Pensi: «Be’, se lo dicono loro…». Ma poi ti è chiaro, è l’ennesimo segnale che la “scienza triste”, come gli studiosi e i divulgatori chiamano l’economia, si è aggravata. Dalla tristezza si è passati all’emergenza psichiatrica. Tutti al suo capezzale farfugliano con l’incosciente euforia del cretinismo. Siamo allo stupidario mediatico. A compilarlo sono i dottor House della Borsa, gli economisti eccentrici, i giornalisti finanziari bretellati, gli analisti formato Cucuzza che si insinuano nelle pieghe della tv post prandiale. O gli astrologi bocconiani, che indicano la via del riscatto stellare contro le forze di Plutone in Capricorno. Eroi che mandano a casa medici estetici, cuochi-star, meteorologi azzimati. Fenomeni il cui “stupid rating” cresce a gran velocità e tra i quali è meglio orientarsi.
Neuribor (Tasso di demenzialità dei titoli giornalistici) +80%
Al primo posto, imbattuto da anni c’era uno dei rari guizzi di spirito del giornalismo economico, il brillante «C’è imposta per te», titolo comparso sul Messaggero. Oggi, con l’effetto adrenalinico della crisi , gli addetti alla titolazione sono scatenati. In un tripudio di assonanze, rime, citazioni e motti da far invidia alla sceneggiatura di Ridicule, ecco spuntare, dall’ Ansa al Corriere , perle come «Islanda, banche ghiacciate». Nel mirino dei più scontati c’è Mister Big Unicredit, Alessandro Profumo, protagonista di titoli ad andamento ondulatorio (come le sue azioni), da «Profumo di crisi» a «Profumo di ripresa» e viceversa. In alcune redazioni c’è chi si sente a Zelig e scrive: «La mia banca è indifferente». Molti di più quelli che pestano a vanvera sulla parola «derivati». Un termine che, invase le pagine economiche, esordisce misteriosamente in cultura, applicato ai premi Nobel: « Le Clézio , è un autore derivato», si legge su Repubblica . Nulla però in confronto ai “derivati” fallaciani che si fanno strada. Tra i capolavori, «La rabbia e il portafoglio» e, soprattutto, l’irraggiungibile «Lettera a un Bot mai sottoscritto».
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Bankabbestia (Ricapitalizzazione del vocabolario economico dell’uomo della strada) +200%
Lo zapping si fa disperato, davanti alla tv si consuma l’inesorabile metamorfosi da umano a risparmiatore. Un essere di cui si deve imparare il linguaggio. Il panico va a braccetto con gli strafalcioni, che superano quelli pronunciati in farmacia. Ed è così che, parlando con il taxista, scopri un problema che avevi ignorato: «La crisi c’è perché l’Italia non rispetta i parametri di “Mastiff” ( Maastricht, ndr)». La finanza incontra la cinofilia. E perfino la cinefilia, se una radio locale milanese azzarda l’ipotesi di un imminente crollo della “David Lynch” ( Merryll Lynch , ndr). Sulla “Lennon Brothers” meglio non dire niente. Che famiglia sfortunata, prima muore il fratello cantante John in un attentato e oggi l’altro, il banchiere, fallisce. Mah.
Nulla di cui preoccuparsi, lo svarione lessicale colpisce anche i migliori. A Fausto Bertinotti, il nome dell’economista Geminello Alvi non è mai andato giù. Lui, in televisione, lo chiama “Gaminello”.
Fungraising (Investimento su raccolta di funghi e altri ortaggi a rendimento garantito) +200%
Si appostano con le telecamere dietro la passata di pomodoro, si mimetizzano tra i sofficini, presidiano i prodotti da forno. Sono gli inviati speciali in missione “calo dei consumi”. Vogliono sapere cosa mangiate e, dopo aver rovistato con occhi digitali nei carrelli, vi seguono a casa per testimoniare all’Italia la mestizia dei vostri pasti. Prima di andare al supermarket date una pulitina al tinello, non si sa mai. Nei mercati comunali ormai lo sanno e sono attrezzati. All’ora in cui entra in scena la troupe si fa evacuare l’area di modo che le telecamere riprendano il vuoto. Fino alla zoomata finale sul modello unico, “er pizzicagnolo triste”. Una figura lamentosa da commedia dell’arte tra cipollotti appassiti e prezzemoli piangenti. Poi i cameramen fuggono. Dove? Nei campi e nei boschi del contadino, naturalmente. Perché qui, nei “farmer market” (faceva brutto chiamarle cascine), clienti virtuosi e biodinamici passeggiano tra gli alberi (poco importa se sullo sfondo si vede l ’Acna di Cengio), riempiono cestini di funghi, zucchine e puntarelle e tornano a casa, stanchi ma felici per il bottino. E, soprattutto, per aver fatto fesso er pizzicagnolo triste.
Zodiaco finanziaria (Nuove società di risk analysis su base cosmica) +50%
«Con quel sole nei Gemelli era inevitabile». «Le ostilità stellari per Alessandro Profumo erano scritte nella volta celeste». Dagli spazi tv notturni, tribune astrologiche incontrastate, si capisce che la casta zodiacale vive un momento d’oro. Nessuno, nemmeno Alan Greenspan collegato in seduta spiritica con Franco Modigliani, potrebbe mai dire con certezza se la Cassa di credito cooperativo di Campodolcino in Valchiavenna sia abbastanza sicura per ospitare il gruzzolo. Ma loro, gli astrologi, sì. Te lo dicono subito. E allora, via alle telefonate. Sul tema si riflette seriamente e l’economista Francesco Daveri, contributor de La voce.info (con Tito Boeri) e autore di Centomila punture di spillo con Carlo De Benedetti e Federico Rampini ( Mondadori), non si stupisce: «La paura c’è e l’informazione sulla crisi ci invade. Tutti vogliono il medico del villaggio globale. Ma alle domande più banali non c’è risposta. Le certezze si vanno a cercare altrove». Ma sarà il caso di andarle a cercare? Le divinazioni non sprizzano ottimismo. Quel Plutone lì, nel Capricorno dal 26 novembre, non promette niente di buono. E se ne andrà solo nel 2024.
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Ignobel Index (Numero di esperti considerati “fighi” secondo l’indice Auditel) +150%
Chiediamo scusa ai vincitori dei veri Ignobel 2008 per l’economia ai quali va la nostra stima. In effetti Joshua Tybur e Brent Jordan dell’ Università del New Mexico (che hanno appena ritirato il premio per lo studio sul Rapporto tra ciclo ovulatorio e aumento delle mance nelle ballerine di lap dance) non c’entrano, purtroppo, con gli espertoni tirati in ballo per questa crisi. Ma il sospetto che questi ultimi siano più “ignobel” (e quindi inutili) dei primi è forte. Sono professori e analisti che parlano criptico. Hanno un loro dio, John Maynard Keynes, uno che a scuola si ricorda più per la torbida vita sentimentale al circolo Bloomsbury che per aver salvato il mondo dalla bancarotta dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Comunque, grazie a loro abbiamo imparato un aggettivo per tutte le occasioni. Ovvero keynesiano=buono. Alzandoci da tavola oggi possiamo dire: «Buonanotte e grazie dell’ospitalità davvero keynesiana». Faremo un figurone. Meglio ancora se durante la cena avremo citato luminari che portano nomi da guru dello yoga. Vandana Shiva, per esempio, faro degli orfani di Naomi Klein, o Nouriel Rubini, ormai una celebrità. Da evitare invece Zygmunt Bauman. C’è crisi di liquidità.
(Sub)prime della classe (Quantità di giovani stagiste di economia immesse sul mercato tv) +70%
Stile new austerity, voci sobrie. Avanzano dalle decine di reti finanziarie del bouquet Sky dove leggono i listini con piglio severo. Vogliono abbattere lo strapotere delle soubrette. Le ragazze «no frills» secondo il sociologo Ivo Germano rappresentano la recessione applicata alla femminilità: «Hanno look da riforma luterana, sono ecocompatibili dalla testa ai piedi e te le immagini che vanno al lavoro in bicicletta con il paninetto ai cereali nel cartoccino. Giovani neolaureate che sognano di avvicinarsi ai poteri forti con la discrezione finto istituzionale di Carla Bruni, un modello oggi più forte di Carrie di Sex and the City». Più che un provino con Lele Mora, serve essere notate da Alan Friedman, nella speranza di seguire le orme di Myrta Merlinon di Economix ( Rai Due). Al suo attivo ficcanti interviste con Cesare Romiti e con il direttore della Banca Centrale Tedesca Hans Tietmeyer, che con lei si è lasciato andare al feticismo, dichiarandosi «folgorato dalle sue scarpe».
Davide Burchiellaro