Pierfrancesco Favino fa un Craxi straordinario ma vince l'amarcord della generazione X con Muccino

La vita di Pier Francesco Favino in 100 domande

Tratto da Marie Claire numero di gennaio 2020  – di Davide Burchiellaro 
C’è un momento in cui pensi che sarebbe potuto diventare il miglior imitatore del mondo. Ma è un attimo, e, mentre scorrono le scene con lui avvolto nel caftano di Bettino Craxi ad Hammamet, vorresti ringraziare Pierfrancesco Favino per non aver ceduto alle lusinghe di una carriera pop-televisiva. Oggi, a 50 anni, può dire di aver interpretato alcuni tra i personaggi più importanti della Storia. Favino non perde mai umiltà e gentilezza. Con le quali riesce contemporaneamente a rispondere alle 100 domande e a sua figlia Lea che fa capolino nella stanza e gli confessa che si sta «molto annoiando».

1) Come hai fatto a diventare così uguale a Craxi? Ho cercato soprattutto di non farne una macchietta o una imitazione. Ho letto e visto di tutto su di lui, sono entrato nelle sue paure, ho frequentato i suoi luoghi.
2) Hai cambiato idea su di lui? Come molti ventenni di allora ne ho conosciuto le vicende giudiziarie. Qui ho conosciuto l’uomo. E questo è un lavoro nel quale un vero attore non lascia entrare la propria opinione.
3) Gli attori possono esprimere posizioni
politiche? Un attore che lo fa rischia di essere come quello che fa l’allenatore al bar dopo la partita. Bisogna conoscere ciò di cui si parla. E poi penso che l’opinione politica sia
sempre una cosa privata.
4) Si dovrebbe accettare di fare personaggi detestabili? Se li detesti profondamente no.
5) Quale ruolo non interpreteresti mai? Il pedofilo.
6) Tu e Gabriele Muccino siete sempre quelli dell’Ultimo bacio? Si registrano variazioni. Ma alla fine sì.

7) Gli anni più belli è una seduta di autocoscienza con Muccino? Sì che lo è. Siamo cresciuti insieme. Mi piace pensare che somigli al rapporto che avevano i grandi del cinema italiano, come Vittorio Gassmann e Dino Risi

8) Che cosa è successo in questi anni alla tua generazione? È cresciuta nell’imitazione dei fratelli più grandi. Eravamo convinti di essere protagonisti ma non era vero. Andavamo alle manifestazioni con i loro simboli.
9) Ci si deve rassegnare a essere bollati come l’ondata silenziosa? In Padre nostro, il film di Claudio Noce che sto girando ora, racconto come da piccoli eravamo invisibili ai nostri genitori: mentre fuori infuriavano la lotta armata e la violenza, l’attenzione è su due ragazzini che volevano soltanto essere amici.
10) Quei due ragazzini chi rappresentano oggi? Sono il simbolo della prima generazione laica, fatta di individui che hanno imparato a pensare con la propria testa. Però non abbiamo creato lobby o enclave culturali e questo ci penalizza.
11) Qual è la cosa di cui i cinquantenni possono andare fieri? Aver inventato Internet.
12) Poi però i trentenni di oggi ci hanno fatto i soldi. Siamo schiacciati tra loro e i fratelli grandi che ancora non si sono arresi a un ricambio.
13) Che cos’è il potere? A volte è questione di linguaggio: i politici ai tempi della Prima Repubblica nei comizi usavano il noi, mentre oggi usano sempre l’io.
14) Che rapporto hai con il denaro? Non è mai stato centrale nella mia vita.
15) Sei ricco? Ancora mi stupisco della vita che conduco, non era mia intenzione.
16) Hai realizzato i tuoi sogni? Volevo fare l’attore e ce l’ho fatta.
17) Oggi è più difficile coltivare dei sogni? Forse sì, vedo che i soldi sono un argomento più forte dei sogni.
18) Che infanzia hai avuto? Felice. Non ci rendevamo conto dei problemi, non avevamo paura.
19) Un ricordo delle elementari? Mia mamma che mi viene a prendere a scuola perché hanno rapito Aldo Moro. Nell’inconsapevolezza dell’infanzia io e i miei compagni festeggiavamo.
20) Poi hai capito la gravità del fatto? In qualche modo sì, perché in tv non c’erano i cartoni.
21) Le tue figlie (Greta, 15 anni, e Lea, 5, ndr) sono più consapevoli? Sono abituate alla violenza che gli arriva in casa attraverso tutti i mezzi. Oggi la paura è un’emozione che ti accompagna sempre.
22) Come si vince la paura in famiglia? Cerco di vivere come ho scelto. È il mio modo di
proteggerle.
23) Ti piacerebbe essere un adolescente del 2020? No, non invidio le mie figlie.
24) Cosa provi quando vai a colloquio con i professori? Le ragazze vanno in scuole pubbliche per scelta e per fortuna hanno professori che non le confondono.
25) Al Liceo Scientifico che Pierfrancesco eri? Studiavo ciò che mi piaceva, quindi non la matematica. Però me la cavavo. Studio di più adesso.
26) Che cosa rimpiangi dei tempi della scuola?
La scoperta dello stare insieme agli altri.
27) Che cosa hai imparato da Marco Bellocchio, sul set di Il traditore, la storia di Tommaso Buscetta?
Molte parole di cui non ricordavo l’esistenza, ha un linguaggio più ricco del mio.
28) Dai giovani che cosa hai imparato? Che hanno più capacità di apprendimento, ma un linguaggio più povero.
29) Che cosa ti ha affascinato di più dei personaggi che hai interpretato? Spesso la capacità oratoria, ma anche la scoperta di lati che da spettatore di cronaca non avevo mai notato.
30) Quale ti ha segnato di più? Sono orgoglioso di aver interpretato il sindacalista Giuseppe Di Vittorio in Pane e libertà, per il rapporto con la Puglia, da dove viene la mia famiglia. Però ora sto elaborando l’esperienza Craxi che mi ha messo in contatto con parti profonde di me. La maschera che indossi da attore svela molto di più di quella che ognuno di noi si mette per una vita intera.
31) Quali parti hai riscoperto? Ho rivisto mio padre, mio suocero (l’attore Gabriele Ferzetti, ndr), sono stato toccato dal rapporto padre e figlia.
32) Tutto grazie a Bettino? La sua storia è simbolica, è quella di un re che perde la sua terra, poi il potere, poi le forze, poi la lucidità.
33) Qual è la tua serie tv preferita? Ho amato The Crown. Che tra l’altro è basata sul concetto che un re non può mostrare le sue fragilità.
34) Cosa ci sarà nel tuo curriculum dopo ruoli così densi? Oggi ho strumenti affilati nella recitazione e non mi sento arrivato.
35) Sei un perfezionista? Penso si debba tendere a una sorta di perfezione che è inarrivabile.
36) Conta di più il talento o la disciplina? La disciplina. Senza non si arriva a conoscere il proprio talento. Poi siamo in Italia, e a volte si esalta il primo a scapito del lavoro duro.
37) Hollywood è più meritocratica? Anche lì ci sono i fannulloni. Ma è un sistema industriale per il quale ogni piccolo fallimento è una tragedia.
38) Tu che esperienza hai avuto? Mi è piaciuto toccare quel mondo, ma non voglio appartenergli. Meglio stare qui dove si può anche sbagliare. Perché capita quando si lavora con le emozioni.
39) Netflix, Amazon e le altre sono una rivoluzione per il cinema? Hanno portato più lavoro.
40) Hanno anche aperto un dibattito sulla qualità? C’è sempre stato, anche prima di Netflix. Queste piattaforme acchiappano i giovani, che si nutrono di video, proponendo uno storytelling che ha la stessa funzione dei libri per noi.
41) Se domani andassi al governo qual è la prima cosa che faresti per il cinema? L’arte cinematografica come materia di studio dalle medie.
42) Che cosa pensi della trap e dei trapper? Ascolto Salmo e mi piacciono molto i suoi testi.
43) Alcuni scrivono pezzi un po’ forti. Ci sono quelli che cantano quanto è bello fare i soldi
dopo che sei arrivato dalla provincia. Onestamente chissenefrega.
44) I tuoi che cosa dicevano quando ascoltavi il pop anni 80? Forse pensavano fosse vacuo.
45) Un dubbio che ti viene spesso e al quale non riesci a rispondere. Dopo le sparatorie nelle scuole in America, è giusto mostrare scene di violenza nei nostri film?
46) Qual è l’ultimo film che hai visto? Joker. Molto bello.
47) È un film che fa discutere? Sì, perché c’è chi come me si è sentito rappresentato nelle vessazioni. Ma c’è anche chi invece si è sentito legittimato a vessare gli altri.
48) Un errore che non ripeterai più? Non fidarmi della mia pancia. L’istinto è più intelligente del cervello.
49) Chi è tua moglie Anna (Ferzetti, ndr)? La mia compagna, la mia amica, la mia famiglia, la mia guerra.
50) Guerra? Sì, il mio castello da difendere.
51) La stabilità di coppia è faticosa per un attore? Sì, ma lo è anche per un odontoiatra.
52) Le regole di base per un rapporto longevo? Devozione, attenzione, ascolto. E poi la capacità, che per un attore è molto istruttiva, di saper andare “fuori fuoco”, mettersi in secondo piano.
53) Che rapporto hai con il femminile? Sono nato e cresciuto in mezzo alle donne. È la mia marcia in più.
54) Riesci sempre a capirle? Ho una parte maschile che mi protegge dall’idea di tentare di capirle. È un gioco di ruoli necessario.
55) Tu e Anna avrete provato a capirvi o no? Sarebbe un disastro se cercassimo di capirci a vicenda.
56) E perché? Io il castello lo difendo a spada tratta, ma dentro quel castello ce n’è di casino, eh…
57) Che cosa ammiri di più nelle donne? La meravigliosa incompatibilità con l’attitudine maschile, che permette però di completarci.
58) Che cosa scatta nella testa di un uomo che picchia una donna? Non ne ho proprio idea, non so come si possa pretendere che una donna sia altro da quello che è.
59) Essere cresciuto in un gineceo ha mai avuto effetti indesiderati? Be’ certe volte un bel #metoo avrei potuto farlo anch’io (ride).
60) Anna è il grande amore? Il grande amore non è quello che immagini da bambino, è un percorso lungo. Anna è la donna che mi consente di mettermi in discussione ogni giorno.
61) Che cosa significa? Che lei non rappresenta mia madre e io non incarno suo padre.
62) Quando è stata l’ultima volta che hai fatto sesso? Pochissimo tempo fa. E questo è uno dei segreti della resistenza del rapporto.
63) Greta Thunberg, al di là del sacrosanto messaggio che lancia, è antipatica? Una risposta a questa domanda metterebbe in secondo piano il suo messaggio. Se fosse “gradevole” tutti non farebbero che parlare di come si veste.
64) A bordo della macchina del tempo dove andresti? Nella Parigi degli Espressionisti. Oppure vorrei essere un cameriere del Caffè Greco di Roma per sentire le chiacchiere dei grandi attori del Dopoguerra. Oppure vorrei diventare una mosca per partecipare alle cene in cui Age e Scarpelli, Scola e tutti gli altri scodellavano sceneggiature.
65) Hai un animale domestico? Sì, un cane, femmina, ovviamente. Si chiama Zaira, è una labrador di 5 anni.
66) Le parli? Le dico spesso cose tipo: “Dai Zaira, andiamo a prendere tua sorella a scuola”.
67) Che cosa pensi di Checco Zalone e delle polemiche sul film Tolo tolo? Premesso che voglio vedere il film, Zalone è il vero erede delle grandi maschere italiane. Mi piace dagli inizi e non capisco certi snobismi.
68) È un momento delicato per il politicamente scorretto? Zalone è un grande comico, e come tale stuzzica i vizi che vede intorno a sé.
69) E se il film non ti piacesse? Non cambierò opinione sulla sua bravura e intelligenza.
70) Sei bravo a fare la raccolta differenziata? Me la cavo piuttosto bene.
71) Qual è il tuo peggior difetto? Sono molto permaloso.
72) Provi a correggerti? Lavoro preventivamente, cercando di piacere (ride).
73) Sanremo ti ha consacrato al grande pubblico? Entrare nelle case italiane è stato un onore e un grande piacere. Mi sono divertito con Claudio Baglioni e Michelle Hunziker.
74) Una critica tagliente ti mette in crisi? Non più. Anche se la critica che considero ingiusta mi rode. Se però è azzeccata l’accetto.
75) Ti sei mai sentito sopravvalutato? No, quello che ho raggiunto penso di averlo meritato lavorando duro dall’età di 19 anni.
76) Ti brucia l’esclusione dalle nomination agli Oscar 2020? No, perché non toglie nulla
all’esperienza meravigliosa con Marco Bellocchio.
77) Credi all’oroscopo? Sono nato a metà tra il segno del Leone e quello della Vergine. Pare che io sia un capoccione. È abbastanza vero.
78) Lo stipendio più basso che hai avuto di quanto era? Sessanta mila lire a settimana. Ma campavo benissimo.
79) Se entrassero i ladri in casa tua che cosa ti ferirebbe di più perdere? Un paio di fotografie e poche cose di valore affettivo.
80) Collezioni qualche cosa? Non sono un collezionista. E detesto dare un valore emotivo a oggetti costosi.
81) Se domani vincessi una cifra enorme alla lotteria che cosa faresti? Una parte la terrei, e con una grande parte tenterei di fare del bene.
82) Che cos’è oggi “il bene”? Difficile dirlo, ma impegnandomi credo che troverei il modo di servire a una causa importante.
83) L’investimento più azzeccato che hai fatto? Lo psicologo. Sono i soldi spesi meglio.
84) Dove si va quando si muore? Si va dove si merita di andare.
85) Credi in Dio? Credo al ritorno dell’anima in altre forme. Credo ai famosi 21 grammi.
86) Mediti? No, io prego. Davanti alla bellezza prego e ringrazio. La bellezza per me è Dio.
87) Chi vorresti ringraziare? Mio papà e la mia agente e amica Graziella Bonacchi, ovunque si trovino in questo momento.
88) Chi ti manca dei grandi registi? Pier Paolo Pasolini.
89) Come sarai tra 20 anni? Spero più leggero.
90) Dove vorresti vivere, in leggerezza? Al mare.
91) Hai già in mente quale mare? Mediterraneo, nella costa Sud della Spagna.
92) Non ti infastidirebbe il turismo di massa? Forse, ma sono isole del cuore che ho conosciuto quando erano autentiche.
93) Una cosa che hai interrotto e vorresti
riprendere a fare? Viaggiare. Che per me significa fare esperienze irreplicabili.
94) L’ultima volta che hai pianto? L’altro ieri.
95 Per te è normale piangere? Sono orgogliosamente piagnone e voglio specificare che lo sono sempre stato.
96) Perché puntualizzarlo? Non vorrei sentire commenti del tipo “Succede quando si invecchia”.
97) Da chi hai preso l’arte del piagnisteo? È la diretta conseguenza dell’essere cresciuto in mezzo alle donne.
98) Ti scoccia o sei contento? Le ringrazio per avermi insegnato a non nascondere le emozioni.
99) Quando hai riso di gusto l’ultima volta? Riguardando un video in cui sembro Frankenstein che balla Puttin’ on the Ritz di Fred Astaire.
100) Il tuo prossimo appuntamento? Andrò sul set, oggi, domani, dopodomani e fino a quando avrò smesso di recitare il Padre nostro (ride).
LEGGI ANCHE:
Le interviste di Davide Burchiellaro