Il cane, l’adorato amico dell’uomo, si festeggia il 28 aprile. E dunque, cosa posso fare io per questa ricorrenza che mi sta a cuore? Ci penso su un attimo e poi decido: a cena voglio mangiare con lui, nel senso proprio quello che mangia lui. Un bel piatto di crocchette.
Lei si chiama Benedetta Giannini, è medico veterinario ed è responsabile ricerca e sviluppo Almo Nature, l’azienda che produce crocchette Alternative (con un po’ di riso) e Alternative 170 (solo proteine animali). Ha una bella voce e queste crocchette le ha prese molto seriamente. Ma che cos’avranno mai di speciale ste crocchette?
«Potrei iniziare dicendole che se il cibo per cani fosse come il gelato, noi saremmo una gelateria artigianale in un mercato dove tutti fanno gelati confezionati. Ma non renderebbe comunque giustizia a 6 anni di ricerca e lavoro su questo prodotto».
Sei anni? Scherza vero?
«No per niente. Lavorare la carne fresca, all’origine prodotta per uso umano, per farne un cibo secco è un procedimento complesso e richiede mille attenzioni e controlli, scientifici e legali»
Ne è valsa la pena? «Giudichi lei, se la vuole mangiare sono tranquilla, ma ciò che importa di più è che i valori nutrizionali non sono nemmeno paragonabili all’altro cibo secco che è prodotto con farine animali e che, per quanto possano essere di qualità, perdono per la strada la stragrande quantità di proteine».
La parola “farine animali”, diciamolo, è davvero brutta. Mi spieghi di che cosa si tratta e che cos’hanno che non va.
«Prendiamo un pollo. Nella farina animale ci finiranno tutte le sue parti, quindi le ossa, le penne e il becco. Parti che sono difficili da digerire».
No, il becco no. La mia missione si fa veramente ardua…
«Non sarà mica uno di quelli che pensa che non si usino le farine animali per l’alimentazione umana? Per esempio…».
No, si fermi! Dicevamo?
«Le aziende lavorano molto sul marketing, sulle immagini delle confezioni. Le persone dovrebbero sapere che se vedono un filetto di carne stampato sul sacchetto delle crocchette, non ne troveranno granché all’interno. Non si tiene abbastanza conto di ciò che genera un costo basso in queste produzioni, ovvero dermatiti, allergie, malanni agli occhi».
Ok. Ho tutte le informazioni che mi servivano. Sono pronto alla cena bestiale. Se sarò ancora vivo, domani ne farò rapporto qui. Buona festa del cane a tutti.
Davide Burchiellaro per La consumazione Marie Claire.it